Siamo tutti figli prediletti di Dio

Siamo tutti figli prediletti di Dio

Gesù si mette in fila con i peccatori, lui che era il puro di Dio, in fila, come l’ultimo di tutti. Ed entra nel mondo dal punto più basso, perché nessuno lo sen­ta lontano, nessuno si senta escluso.  Gesù tra i peccatori appare fuori posto, co­me se fosse saltato l’ordine normale delle co­se. Giovanni non capisce e si ritrae, ma Ge­sù gli risponde che proprio questo è l’ordi­ne giusto: «lascia fare… perché conviene che adempiamo ogni giustizia». La nuova giusti­zia consiste in questo ribaltamento che an­nulla la distanza tra il Puro e gli impuri, tra Dio e l’uomo. Ed ecco si aprirono i cieli e vide lo Spirito di Dio – che è la pienezza dell’amore, dell’e­nergia, della vita di Dio -scendere come una colomba sopra di lui. E una voce diceva: «Que­sti è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Questo fatto eccezionale, che avviene in un luogo qualsiasi e non nei recinti del sacro, lo strapparsi dei cieli con la dichiarazione d’amore di Dio e il volo ad ali aperte dello Spirito, è avvenuto anche per noi, ciò che il Padre dà a Gesù è dato ad o­gnuno. Lo garantisce un’espressione emo­zionante di Gesù: «Sappiano, Padre, che li hai amati come hai amato me» (Gv 17,23). Dio a­ma noi come ha amato Gesù, con la stessa intensità, la stessa passione, lo stesso slan­cio. Dio preferisce ciascuno, ognuno è figlio suo prediletto. Per il Padre io come Gesù, la stessa dichiarazione d’amore, le stesse tre parole: «Figlio, amato, mio compiacimento».

  • Figlio è la prima parola. Un termine tecni­co nel linguaggio biblico, dal significato pre­ciso: «figlio» è colui che compie le stesse o­pere del Padre, che fa ciò che il padre fa, che gli assomiglia in tutto.
  • Amato. Prima che tu agisca, prima di ogni merito, che tu lo sappia o no, ad ogni risve­glio il tuo nome per Dio è «amato». Immeri­tato, pregiudiziale, immotivato amore.
  • Mio compiacimento. Termine inusuale ma bellissimo, che deriva dal verbo «piacere»: tu mi piaci, mi fai felice, è bello stare con te. Ma quale gioia, quale soddisfazione può venire al Padre da questa canna fragile sempre sul punto di rompersi che sono io, da questo stoppino fumigante? Eppure «la sua delizia è stare con i figli dell’uomo» (Prov 8,31), sta­re con me.

Al nostro Battesimo, esattamente come al Giordano, una voce ha ripetuto: Figlio, tu mi assomigli, io ti amo, tu mi dai gioia. Hai den­tro il respiro del cielo, il soffio di Dio che ti av­volge, ti modella, trasforma pensieri, affetti, speranze, ti fa simile a me.  Ad ogni mattino, anche i più oscuri, inizia la tua giornata ascoltando per prima la Voce del Padre: Figlio, amore mio, mia gioia. E senti­rai il buio che si squarcia e l’amore che spie­ga le sue ali dentro di te.