Dio non ama la croce, perché dovrebbe chiederci di amarla?

Dio non ama la croce, perché dovrebbe chiederci di amarla?

Gesù è il Messia, evviva. Molto diverso da quello che si aspettava, d’accordo. Ma Pietro ha osato ed è riuscito a dire l’inimmaginabile: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Dio non è mai come ce lo aspetteremmo.

Gesù però, oggi, adesso esagera.

E parla di sacrificio, di prove, di incomprensione, di sofferenza. Di morte. Della sua morte.

I discepoli sono scossi. Ora sanno chiaramente che Gesù è il Messia. E il Messia non deve morire.

Pietro prende da parte Gesù e lo invita, ora che è appena stato investito della tiara papale, a non scoraggiare il morale delle truppe.

Fa come noi, Pietro, insegna a Dio a fare Dio. Gli suggerisce in che direzione andare.

Gesù si volta. E schiaffeggia.

Non pensi secondo Dio, dietro di me Satana!

Non ama la croce Gesù e ne farebbe volentieri a meno.

E non vuole morire.

No, Dio non vuole, Pietro.

Ciò che vuole Gesù è manifestare il vero volto di Dio e per farlo è disposto a subire tutto ciò che ha detto, come accadrà.

Scegli tu, Pietro, da che parte stare.

Dalla parte della croce, donando la vita, morendo pur di non rinnegare il vero volto di Dio, “perdendo”, cioè donando la vita per ritrovarla. O dalla parte del mondo. Che pensa solo a sé, che usai gli altri, che contratta, contrabbanda, cambia idea, giudica senza esporsi, non paga mai.

Scegli, Pietro.

Questa è la croce, non altro. Non sofferenza, né prova divina, né alcuna delle assurde idiozie che abbiamo immaginato intorno a questo invito.

Dio non ama la croce, perché dovrebbe chiederci di amarla?

Dio non manda le croci, gli altri le mandano, noi stessi le costruiamo per sentirci devoti.

La sofferenza va evitata, ove possibile. Ma amare, a volte, porta a donarsi fino alla morte, fino allo svuotamento di sé, fino al rendere sacro il sacrum facere, il sacrificio.

Che non significa sopportare un marito violento e farmi da parte davanti all’arrogante o diventare uno zerbino. Dio non apprezza tale atteggiamento!

Significa entrare nella logica del dono, logica che Gesù assume. Fino a morirne.

Siamo davvero disposti a osare tanto?

Da una parte la vera identità di Dio, la sua logica, che è logica di un dono disposto a morire per amore, il fuoco che divampa nella nostra anima.

Dall’altra la (piccina) logica del mondo.

C’è ancora un bel pezzo di strada da fare. Ma Pietro ha scelto, in cuor suo.