«Io sono il Pastore Buono»

«Io sono il Pastore Buono»

L’immagine di Gesù come Buon Pastore è indubbiamente quella più conosciuta e più amata dai cristiani, una immagine carica di tanti, tanti significati. Eppure è strano che quando Gesù si presenta come tale, come Buon Pastore, i capi giudei si arrabbiano con lui, lo ritengono un pazzo e alla fine cercheranno di lapidarlo. Siamo noi che abbiamo capito tutto di questa immagine o sono stati i giudei che hanno capito bene.. e l’hanno rifiutata?

Gesù afferma: “Io sono” – non Il Buon Pastore – ma “il Pastore Buono”. Qual è la differenza? L’evangelista non sta parlando della bontà di Gesù, quando l’evangelista si deve riferire alla bontà di Gesù adopera il termine greco “agatos” (Agatos), da cui il nome Agata, che significa ‘bontà’.  Qui, invece Gesù, dichiara che lui è il Pastore, ed usa il termine greco “kalos”, da cui calligrafia, bella scrittura, che significa ‘il bello’, che significa ‘il vero’. Quindi Gesù non sta indicando la sua bontà, ma sta indicando qualcosa di diverso, qualcosa di più importante.

Cosa significa il Pastore Vero?

Il Pastore, quello vero, quello ‘per eccellenza’ è identificato da Gesù nella sua persona. E qual è la caratteristica che lo rende riconoscibile come il Pastore Vero? Dice Gesù che “da la vita per le pecore”.

Chi è il mercenario? Il mercenario è colui che agisce per proprio tornaconto. Quindi nella comunità cristiana, chi agisce esclusivamente per il proprio interesse, per il proprio tornaconto, per il proprio prestigio, Gesù non gli riconosce nessun titolo.

E, dichiara Gesù, che lui “conosce le sue pecore e le sue pecore conoscono lui”. Qual è il significato di questa espressione? C‘è una comunicazione intima, crescente, traboccante d’amore tra Gesù e il suo gregge, cioè tra Gesù e i suoi discepoli, i credenti, che è simile – dice Gesù – a quella del Padre con lui. Un Dio che non assorbe le energie degli uomini ma che comunica loro le sue, per farne l’unico vero santuario.

Infatti, dichiarerà Gesù tra poco, “ho altre pecore che non provengono da questo recinto… “. Gesù è venuto a liberare le persone, cos’è il recinto? Il recinto è qualcosa che ti da sicurezza, però ti toglie la libertà. Allora Gesù dichiara che lui è venuto a portare un processo di liberazione crescente per l’umanità che non riguarda soltanto le persone che sono rinchiuse nel recinto della religione, ma in tutti quei recinti che impediscono la libertà.  

“Ascolteranno la mia voce”, la voce del Signore non si impone mai, ma si propone.

Un gregge, un Pastore. Cosa vuol dire Gesù?

L’unico vero santuario nel quale da ora in poi si manifesterà la grandezza e lo splendore dell’amore di Dio, sarà Gesù e la sua comunità. Mentre nell’antico santuario le persone dovevano andare e molte ne erano escluse, nel nuovo santuario, è il santuario stesso che andrà in cerca degli esclusi dalla religione e dalla società = socius ossia “socio”.

Quindi una comunità non di “soci”, che automaticamente escludono chi non ne fa parte, se non è nell’ “interesse”.

Ma una comunità di persone diverse fra loro, che accettano di dialogare e collaborare insieme per la communitas : che non starà tanto nell’appartenenza identitaria, quanto piuttosto nella reciprocità dell’obbligo donativo; la relazione comunitaria, dunque, è un ‘dare-darsi’.