Il cammino della nostra vita

Il cammino della nostra vita

Oggi la liturgia ci propone il tema del cammino della nostra vita.

Potremmo raffigurare la nostra vita come una ruota, il cui centro, il cui perno è l’amore di Dio: la regge e la fa girare. La ruota è la storia, luogo di conflitto, non valle serena, perché possa funzionare ci vuole la grazia di Dio, non funziona “di suo”. La storia è basata sulla legge del più forte, la natura funziona secondo le sue leggi, che sono abbastanza spietate (vediamo per esempio i terremoti, gli uragani).

Non c’è niente di statico, ma neanche una storia e una natura obbligata dall’amore di Dio.

L’incontro col perno, col centro, con Dio, avviene in modo libero, perché la prima caratteristica dell’amore è la libertà.

La prima lettura è tratta dal 1° libro dei Re e ci presenta la figura di Elia, un profeta che perseguita l’idolatria in Israele, ha ucciso i profeti di Baal, gli israeliti lo vogliono uccidere.

Elia ha paura e cerca di salvarsi: «Si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto un ginepro. Desideroso di morire disse: Ora basta Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei nostri padri».

Per incontrare il Signore occorre la consapevolezza di chi siamo noi, occorre avvertire che abbiamo bisogno, che non ci salviamo da soli: occorre avere fame di Dio, perché Dio possa entrare e agire.
Occorre che anche noi arriviamo a dire: «Ora basta!»
È Dio che agisce!
Difatti Elia si coricò e si addormentò.

Occorre mollare la presa del controllo. Molti disturbi del sonno sono dovuti al fatto che non riusciamo a mollare mai il controllo.

Forse bisognerebbe ritrovare questo senso di “sonno”, cioè di mollare questa necessità di essere al centro della scena, di essere io protagonista.

Certamente prima occorre fare tutto quello che è nelle nostre possibilità, usare tutti i mezzi conosciuti, ma poi, oltre un certo limite l’io non può più fare e realizzare.

Lo vediamo nelle dipendenze. Se noi fossimo in grado di gestire tutto non ci sarebbero più obesi, drogati o dipendenti da altro perché spesso chi lo è, vorrebbe decidere: oggi basta! Ma poi non riesce! Manca il passo successivo, il sonno, l’affidarsi, il sapere che non decidiamo tutto noi ma c’è chi ci pensa!

«Allora, ecco un angelo lo toccò e gli disse: alzati e mangia!»
Se uno dorme arrivano gli angeli!

Nel testo si legge che questo succede due volte per indicare quanto è profondo il bisogno di forza e di lasciarsi andare!
«È troppo lungo il cammino per te»

È un’altra cosa da tenere in conto, la vita spesso è complicata, sembra che ci vengano chieste cose per noi impossibili, non a nostra misura, ma pensiamo bene che il rapporto tra noi e Dio è un rapporto d’amore, non un rapporto di commercio e l’amore non ha misura!

Quindi tutti calmi, quello che ci è chiesto è troppo, non ci sarà possibile fare tutto, ma l’impossibile si fa! Col pane che Elia mangia, non solo è sazio, ma ha la forza di procedere il cammino verso l’incontro con Dio.

Il ritorno alla storia non ha più Elia come soggetto, Elia non è più solo, non è più lui che decide, è Dio che decide.

Cerchiamo di fare anche noi questo percorso!