Tu sei re?

Tu sei re?

Siamo sinceri: qui sfioriamo il ridicolo. Tu sei Re ..??

E noi siamo qui a parlare di “re” quando gli unici re che conosciamo sono sulle pagine dei rotocalchi di gossip?

Peggio: parliamo di regalità e di vittoria quando lo spettro del terrorismo tiene svegli i nostri bambini di notte e lo sconcerto aleggia nei nostri cuori?

Sia. Bisogna capirla bene, molto bene, allora, questa pomposa festa di “Cristo Re” che chiude l’anno.

Tu sei re?

Ponzio Pilato odia cordialmente la riottosa provincia della Giudea, che gli è toccato di governare, non la capisce, come non ne capisce gli usi e i costumi.

E non capisce quella faccenda del Sinedrio che gli porta dinanzi un contadino dimesso che si prende per re. Ma, si sa, l’accusa di regicidio è di competenza di Roma, così come la pena di morte, lo ius gladii.

Si aspettava chissà chi, invece eccolo qui il re dei giudei: uno che non sa nemmeno da che parte è girato. Non sa se ridere o arrabbiarsi, Pilato, per quell’inutile perdita di tempo.

Molta serena fierezza in lui, sì, e anche capacità di dibattito, niente che possa spaventare Roma.

Tu sei re?

Leggo la stessa imbarazzata domanda negli occhi di chi vede i discepoli di quel folle, oggi, parlare di pace, di solidarietà, di mondo sostenibile, di perdono, di amore che dura.
Occhi di chi pensa di dominare il mondo, di possederlo attraverso i mercati, o le opinioni, o le armi.
E guardano dall’alto del loro potere questa escrescenza storica che è il cristianesimo, comunque per loro destinato a fallire.

Tu sei re?

Pensa chi amministra le città, davanti alla parrocchia di periferia che si sbatte da mattina a sera con la gente normale e con chi ha bisogno, utili idioti che nascondono le magagne di chi dovrebbe fare e non fa.

Tu sei re?

Hanno pensato i sicari che sparavano in testa ad un prete palermitano rompiscatole, don Pino Puglisi, il giorno del suo compleanno.

Tu sei re?

Mi sento ripetere mille volte al giorno quando tento di proporre la visione del Vangelo alla gente disincantata che incontro.
Vero, hanno ragione, scusate, l’apparenza inganna.
È che questo non-re ha salvato il mondo.

Gesù cerca di spiegare a Pilato in che senso è re. Illuso, non ci riuscirà mai, figuriamoci.
Ma dice a noi una cosa essenziale: egli è venuto per rendere testimonianza alla verità. Non a convincerci della verità, o ad aprire una scuola per insegnarla, ma a testimoniarla.