Il Dio di Gesù

Il Dio di Gesù

Luca, nel vangelo domenica scorsa, ci ha scosso nelle fondamenta con la sua riflessione sul buon samaritano, su quel invece che contraddistingue l’agire cristiano.

Davanti al dolore del mondo possiamo tirare dritto, far finta di non vedere, è normale che così accada, ci mancherebbe. Oppure, invece, vedere nel volto del fratello sofferente solo un fratello sofferente, uno di cui prendersi cura.

Ma per non incorrere nel rischio di cadere nell’efficientismo, di confondere la comunità cristiana con un’organizzazione (meritoria, ci mancherebbe) di aiuto sociale, per non diventare gli applauditi infermieri della Storia che fanno ciò che la società non riesce (e vuole) fare, allora dobbiamo imparare a metterci seduti ad ascoltare.

Come fa Maria, sorella di Marta.

Il vangelo di oggi ci dice di Dio, quel Dio che papa Francesco invita a recuperare, a riscoprire, qualcosa di grande e destabilizzante, di folle e di magnifico.

Abituati come siamo a vedere Dio come una specie di sovrintendente all’ordine mondiale, restiamo stupiti e disorientati nel vedere Dio che lascia Gerusalemme, sale il monte degli ulivi fino a Betfage per poi arrivare a Betania.

Dio ha bisogno di lasciare le risse teologiche del tempio, le inutili contrapposizioni di chi si prende a scarpate in nome dell’Altissimo, per trovare una famiglia, una casa, una cena.

Per poter essere sé stesso, rincuorato, accudito.

Il nostro è il Dio del pane, del buon profumo della pietanza che cuoce, del fiore messo in centro al tavolo per festeggiare l’ospite. Il Dio delle piccole cose.

Il Dio dei dettagli che allargano il cuore, che lo allagano. Che ci aiutano a vivere, che ci aiutano a capire l’orizzonte alto e altro.

Mi commuove alle lacrime vedere Dio intessere una relazione, che chiede ascolto, che ama sedersi con semplicità intorno ad un tavolo e ridere e scherzare.

Se potessimo, di quando in quando, invitare Dio e ascoltarlo, preparare per lui, come Abramo nella prima lettura di oggi, un buon pasto e dello yogurt fresco!

Diventassimo capaci, d’ogni tanto, di ascoltare Dio e il suo desiderio di salvezza, ascoltare le sue fatiche e il suo dolore nel vedere l’umanità travolta dalla violenza e dal limite, dirgli che può contare su di noi per realizzare il mondo altro che ha nel cuore…

Facessimo diventare Betania la nostra vita! 

Il Dio di Gesù è, anche lui, un invece.

Sorprendente.